X° Capitolo Provinciale


  

   

Prot. n. 64/2014

Oggetto: Indizione X Capitolo Provinciale

Sorelle carissime,
                         il tempo è di Dio: “Lui solo è Signore e sovrano del tempo”. A noi sembra di possedere soltanto il “momento” ma l’immenso amore di Dio, attraverso l’Incarnazione di Gesù, ci ha resi capaci di abitare il tempo e di riconoscerlo come spazio di salvezza.
La nostra vocazione, per grazia, ci associa all’opera redentrice di Cristo e ci abilita ad essere sue testimoni. Con un vivo senso di gratitudine al Signore, vi annuncio un nuovo momento di grazia: l’indizione del

“X CAPITOLO PROVINCIALE ”
che verrà celebrato nella nostra Casa di Cavalese, dal 29 gennaio all’08 febbraio 2015.

          Ci auguriamo che sia un segno del passaggio di Dio nella nostra storia. Per riconoscerlo come un vero segno, è necessario il dono del discernimento e la preghiera perché sia preparato e vissuto secondo il Cuore di Gesù. La virtù che ci accompagnerà non sarà risultato dei nostri sforzi, ci deve essere data dal Signore: è la speranza!
          Tutto ci è già dato, anche ciò che non è ancora compiuto e che sembra oltrepassare i nostri desideri. Un’autentica libertà interiore, prima di tutto da noi stesse e poi da quanto è fuori di noi, ci consentirà di ascoltare attentamente lo Spirito al momento di elezione delle delegate e di consulta per la Superiora Provinciale e le Consigliere.

          Nel tempo di preparazione, invito ogni comunità a rivolgere al Signore un’intensa preghiera quotidiana allo Spirito Santo e a Maria, Madre della Speranza con le formule che riterrà più adatte, non tralasciando il testo di pag. 29 del Documento del XXVIII Capitolo Generale.
          Affido ciascuna alla nostra Santa Madre, Teresa Verzeri e a Giuseppe Benaglio: la loro intercessione fortifichi la nostra fede, ravvivi la nostra speranza e soprattutto ci liberi dalla paura di perderci togliendo ogni confine alla nostra carità.

                                                                                           Suor Lorenza Morelli
                                                                                            Superiora Provinciale
                                                                                                  Verona,18 ottobre 2014

 

 

Novena a Santa Teresa

 

Sorelle carissime,
sta per iniziare la Novena che ci prepara a celebrare, attraverso la nostra testimonianza, il dono che Santa Teresa è per la Chiesa e in particolare per ognuna di noi.
La Novena ha lo scopo di rianimarci in ciò che è lo specifico del nostro essere consacrate Figlie del Sacro Cuore di Gesù in questo oggi in continuo cambiamento e per questo tanto sfidante. Penso risuoni nel nostro cuore l’incontro che abbiamo vissuto per la consegna del Documento capitolare che, sono certa, già stiamo approfondendo per fare nostri e quindi vivere i contenuti essenziali.
Ho pensato che per meglio assimilare i doni che il Documento ci offre possiamo riviverlo nella Novena ripercorrendo con i due discepoli di Emmaus le tre tappe del loro peregrinare, tappe molto simili al nostro peregrinare segnato da delusione, ripensamento e ritorno a Lui.

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1^tappa:
A partire da…
Ed ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome Emmaus, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto (Lc.24,13-14)


a) I due discepoli delusi, tristi, sconsolati decidono di tornare alla loro vita.
- Le mie delusioni, le mie tristezze le metto nel Cuore di Gesù come scrive Santa Teresa :”Confessati al Sacro Cuore. Egli stesso si diletta di purificarti, di mondarti, di abbellirti l’anima. Sta sicura che Egli ti toglierà il cuore e ti darà il Suo” (dalle lettere Bg 14 luglio 1835)
b) Parlano dell’accaduto, delle loro speranze deluse.
- Nel mio pensare, parlare, non mi fermo alla cronaca, ma provo a leggere gli avvenimenti alla luce della Parola “La lettura orante della Parola interpella, orienta, plasma la loro vita di Consacrate, apre alla realtà del mondo, fa cogliere e rispondere alle sfide con l’amore del Cuore di Gesù” (Cost. N°69)
c) Ma arriva il terzo.
- Mi impegno ad accogliere le sorelle, ogni sorella con il cuore che sa ascoltare, comprendere. Scrive la Fondatrice:” Gl’interessi di ciascuna siano a tutte comuni: siano divisi fra tutte i piaceri e le afflizioni di ciascuna. Confortatevi, sollevatevi e consolatevi, vicendevolmente, con santo amore di carità…”
( L. Dov. I: Mezzi per mantenere la carità)
Preghiamo:
Resta con noi Signore perché si fa sera.
La sera del dubbio, o Signore,
in cui ogni certezza sembra franare
e lasciare un vuoto inquietante di un andare senza meta;
la sera della crisi, della delusione, di fronte a progetti falliti,
la sera della solitudine, pur in mezzo a tanta gente,
perché manca la pace del cuore, confuso e al buio senza la tua luce;
la sera di una vita tirata a campare, tra miraggi effimeri,
affannosamente cercati, ma alfine deludenti.

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2^ tappa
Ritorno… E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferisce a lui (Lc. 24,27)


a) Dice loro la verità del loro cuore.
- Mi domando se sono “una donna di dura cervice” cioè: non voglio pensare alle meraviglie che il Signore ha operato e continua ad operare in me, attorno a me, nella mia comunità, nella mia Provincia, nonostante me. Leggiamo nella lettera che Santa Teresa scrive il 1° maggio 1848: “Siamo nella mani di un Dio troppo buono per temere che ne venga male: anzi, siamo certe per fede, che Dio dispone il tutto al meglio della sua gloria, e al vantaggio migliore dei suoi eletti”
b) Lungo la strada Gesù celebra la liturgia della Parola, li istruisce donando loro il senso profondo di ciò che è successo: la realizzazione della volontà di Dio.
- Oggi leggerò e vivrò ogni avvenimento alla luce della volontà di Dio che è sempre segno d’amore per me e per l’umanità. Scrive S. Teresa: ” ...prendi il tutto dalle mani di Dio, anzi dall’amorosissimo suo Cuore, e tutto riuscirà facile, soave e dolce…”
(Lett. del 5 gennaio 1840)
c) Il cuore dei due cambia: da cuore di pietra diventa cuore di carne
- Gesù è nel mio cuore, ma è anche nel cuore delle mie sorelle che oggi sono invitata a : ” tutte riguardarle, quali sono, anime dilette di Dio, Spose di Gesù Cristo, e, come tali, venerarle dentro di voi e onorarle coi vostri modi” (L. Dov. I, Mezzi per mantenere la carità)

Preghiamo:
Resta con noi Signore perché il giorno volge al declino:
il giorno della giovinezza e della vecchiaia;
della gioia e del dolore;
del successo e del fallimento;
della salute e della malattia; il giorno della nostra vita,
vigilia della tua Pasqua.

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3^ tappa
Verso dove…
…e partirono senz'indugio e fecero ritorno a Gerusalemme… ( Lc. 24,33)


a) I due, senza indugio, tornano a Gerusalemme per raccontare…
- Vivo la giornata di oggi nella lode e nel ringraziamento al Signore che mi salva sempre, mi dona se stesso nell’Eucarestia e faccio memoria della cose grandi che Lui ha operato in me ripetendo il ritornello del salmo 145: “O Dio, mio re, voglio esaltarti e benedire il tuo nome in eterno e per sempre.”

b) La missione inizia.
- Se ho capito davvero che Gesù è Colui che conosce la verità piena del cuore di ogni uomo, per il quale ha donato la Sua vita, non posso restare indifferente dinanzi a tanti fratelli che vivono, lavorano, soffrono e muoiono senza averlo incontrato: la mia missione oggi è meditare, custodire ciò che le mie Costituzioni al N°36 dicono: “Fondano la loro identità missionaria nel mistero del Verbo Incarnato, - che passò facendo del bene a tutti - per la gloria del Padre, divengono prolungamento della sua umanità nella storia e cooperano con Lui all’opera della salvezza. Il loro primo apostolato è la testimonianza della vita consacrata.”

c) Cristo è risorto!
- Come i discepoli di Emmaus, riconosciuto il Signore, corrono nella notte per annunciare che Cristo è vivo, cammina sulle strade degli uomini, spezza il pane per loro, anch’io corro per annunciare che il Signore risorto è presente, cammina con me e mi conduce verso il Padre. Nella lettera del 31 marzo 1844 Santa Teresa scrive: ” Nella santa Pasqua si risorga con Gesù, e lo spirito sia allegro, l’anima sollevata, confortato il corpo e ferma la volontà in una vita migliore. Coraggio e confidenza in Dio”


Preghiamo:
Resta con noi, Signore,
per rinnovare nel profondo di noi stesse l'ardore del cuore;
per capire che l'unica vita riuscita
è quella trasformata in segno della tua presenza,
accanto a tanta gente delusa e mendicante amore;
la vita capace di esplodere nella gioia
di dare la grande notizia:
Davvero Cristo è risorto!

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Sorelle carissime, in questa Novena proviamo davvero a ripercorrere con i due discepoli di Emmaus le tre tappe che li hanno portati a riaffidarsi a Colui che tutto può e ad annunciarLo risorto perché anche noi alla luce di ciò che preghiamo, meditiamo, conserviamo nel nostro cuore, possiamo diventare sempre più testimoni credibili dell’Amore che salva. Alla nostra Santa Fondatrice chiediamo reciprocamente il dono dell’ascolto profondo della Parola perché diventi sempre più vita della nostra vita. E allora, Buona Novena con l’augurio che la nostra festa abbia il sapore della Parola che trasforma la nostra vita e la rende sempre più simile a quella di Gesù.    

                                                                                          Suor Lorenza Morelli
                                                                                           Superiora Provinciale
                                                                                                 Verona,15 ottobre 2014

....in preparazione alla Festa di Teresa.....

  

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“Mie Care, voi sapete che in Società ho bisogno di sante:
dunque nulla più mi sta a cuore che la vostra santificazione”.
(Dagli Scritti di S. Teresa Verzeri)

 

Sorelle carissime,
mentre ci avviciniamo ai giorni che segnano l’inizio della Novena in preparazione alla Festa di Teresa, mi ritrovo spesso a pensare e a pregare per ognuna di voi e per la vita della nostra Congregazione con il desiderio profondo che la nostra presenza nella Chiesa e nella storia odierna possa essere un “piccolo granello di senape” che fermenta e dona senso a noi e a quanti incontriamo sul nostro cammino. Le situazioni, spesso drammatiche, che i nostri fratelli vivono e soffrono, in varie parti del mondo, non possono lasciarci indifferenti o chiuse nei piccoli e, talvolta, falsi problemi che opponiamo al dono incondizionato di noi stesse a Dio e ai fratelli. Siamo chiamate per vocazione a lasciarci interpellare dalle “povertà vecchie e nuove” e, “animate dalla carità del Cuore di Gesù a vivere la nostra consacrazione a Dio nella comunione di vita con le Sorelle e nella disponibilità a farsi tutte a tutti fino al dono della vita” (Cs. 5).
Per questo abbiamo bisogno di coltivare la relazione di amore e adesione al Signore nutrendoci della Sua Parola e del Pane di Vita in una rinnovata esperienza di condivisione fraterna vissuta nella “benevolenza le une verso le altre, nella misericordia e nel perdono vicendevole, come Dio ha perdonato a noi in Cristo”. Ef. 4,32 Solo così, care Sorelle, saremo testimoni credibili del Signore Gesù e potremo ritrovare il “fascino” della nostra chiamata ad essere FSCJ, come i nostri Fondatori ci hanno pensato, risvegliando in noi l’entusiasmo e l’interesse per la missione che Lui ci affida ogni giorno.
Abbiamo bisogno di recuperare la gioia della nostra consacrazione a Dio, di “camminare, come dice Papa Francesco, con quella virtù che è una virtù pellegrina: la gioia!». La bellezza e l’attrattiva della vita consacrata, infatti, è data dal permanere nella gioia che trova la sua radice nell’ascolto credente e perseverante della Parola di Dio. (cfr. Lettera Rallegratevi).

Il ritorno al Vangelo, a cui ci richiama il Documento del XXVIII Capitolo Generale, ci offre l’orizzonte per rimanere alla scuola del Maestro, della Sua Parola di Vita, ad accettare di lavorare nella sua vigna, aperte al “bene possibile” per realizzarlo insieme, a “misurarci con certezze provvisorie, con situazioni nuove, con provocazioni in processo continuo, con istanze e passioni gridate dall’umanità contemporanea”, rimanendo fedeli al Signore e a proseguire nel “cammino di comunione e di discernimento per scrutare l’orizzonte della storia ed essere dono nei tanti crocevia del mondo e delle culture” (cfr. Lettera Scrutate). Con questa disponibilità di cuore e di mente rimaniamo aperte e creative, nell’Anno dedicato alla Vita Consacrata, come occasione propizia per risvegliare in noi la chiamata a vivere la Grazia della santità nei frammenti della nostra debolezza e provvisorietà. Santa Teresa, alla cui intercessione ci affidiamo, ci ottenga dal Cuore di Gesù tutte le grazie di cui abbiamo bisogno per camminare la via della santità.
A tutte auguro Buona Festa. Con affetto.

                                                                                                   Suor Beatrice Dal Santo
                                                                                                   Superiora Generale
                                                                                                   Roma, 14 ottobre 2014


                                                                                             

                                                                                              

 

 

28° CAPITOLO GENERALE

 

 

Dal 7 al 29 luglio 2014 è stato celebrato nella Casa Madre a Bergamo Alta, luogo che ha visto muovere i primi passi dei Fondatori per dare avvio alla nostra Famiglia religiosa, il XXVIII Capitolo Generale della nostra Congregazione. È stato, per tutte le Sorelle capitolari, un tempo di grazia, un nuovo “ANDIAMO” verso la comprensione più chiara della “Identità apostolica della FSCJ, in un mondo in continuo cambiamento, essenzialità e
flessibilità”.
La Madre Generale neoeletta, Suor Beatrice Dal Santo, desidera far giungere a tutti, Sorelle e amici Laici il messaggio che qui volentieri pubblichiamo.
Auguriamo a lei e al suo Consiglio, costituito da Ir Inelda Maria Balestrin, Sr Assunta Marini, Ir Giustina Missio, Sr Christine Ediyanatu, che il Signore conceda ogni grazia necessaria al loro importante e delicato servizio.

 

          

Prot. n° 42/2014
A tutte le sorelle e ai laici

A pochi giorni dalla conclusione del Capitolo generale, desidero esprimervi il più vivo ringraziamento per l’accoglienza e i messaggi augurali che avete voluto inviare a me e alle neo-elette sorelle del consiglio. Ci siamo sentite realmente sostenute e incoraggiate dal vostro affetto, dalla promessa della vostra preghiera e collaborazione. Abbiamo avvertito la presenza solidale e amica delle sorelle e dei laici consacrati, collaboratori e amici, presenti nelle diverse parti del mondo. A tutte e a tutti il grazie più sincero e cordiale.
Le superiore provinciali, viceprovinciale e le delegate al Capitolo, giunte ormai nelle loro sedi, vi “racconteranno” il nostro vissuto e vi trasmetteranno le linee orientative e i “cammini possibili” da percorrere nel prossimo sessennio.
Lodiamo e ringraziamo dal profondo del cuore il Signore per l’esperienza di fede che ci ha donato di vivere, per la comunione, il senso di speranza e di gioia che ha caratterizzato la convivenza capitolare. Il Cuore di Gesù ha elargito su di noi le sue benedizioni, ha rafforzato il senso di appartenenza e ci ha fatto gioire per la bellezza e la ricchezza delle nostre diversità.
Nella lode e gratitudine al Dio di ogni grazia che ha già seminato nel solco della nostra storia di Congregazione il seme della sua Parola, desideriamo aprire il nostro cuore alla fiducia, affidando alla misericordia del Padre la nostra povertà certe che Egli saprà trasformarla in saggezza, grazia, luce e fecondità apostolica.
Desidero darvi alcune informazioni sulla vita del nuovo governo. Terminato il Capitolo, le due consigliere generali brasiliane sono rientrate nella loro provincia mentre Sr. Christina Edayanattu, non presente al Capitolo, ha iniziato a preparare i documenti per poter venire in Italia, Sr. Assunta Marini dopo la visita in famiglia è ritornata a Roma, in casa generale.
Come sappiamo si apre ora, per tutti gli Organismi della Congregazione, il tempo speciale di preparazione ai Capitoli Provinciali e all’Assemblea, con il rinnovo del governo, per la Viceprovincia dell’Africa.
Dall’inizio del mese di Novembre p.v. comincerò a raggiungere le nostre Sorelle dei diversi Organismi per la celebrazione dei Capitoli e/o per l’Assemblea. Con me sarà sempre presente una Consigliera Generale. Per questo motivo e anche per gli impegni precedenti di qualche Consigliera, sarà possibile trovarci tutte in sede generalizia dopo i Capitoli delle Province Nossa Senhora Aparecida e Teresa Verzeri.
Nel frattempo svolgeremo il nostro servizio con l’aiuto dei mezzi di comunicazione che abbiamo a disposizione.
Ci affidiamo alla vostra preghiera perché possiamo discernere con sapienza ciò che piace a Dio e intraprendere con coraggio quei cammini di rinnovamento che il Capitolo ha indicato per ogni FSCJ e per la Congregazione.
Vogliamo sentire molto vicini e presenti i nostri Fondatori, affidando alla loro guida la Congregazione e questo tempo di grazia e di animazione capitolare nel quale accoglieremo gli orientamenti e le decisioni per il futuro.
Con l’impegno a porre il Vangelo come criterio e norma di vita, invochiamo su di noi e su tutte la protezione di Maria, donna del SI, per imparare da Lei l’adesione obbediente alla Volontà del Padre.
Con affetto riconoscente.

Roma, 10 agosto 2014

Sr. Beatrice Dal Santo
Superiora Generale

da Pontecorvo dopo 139 anni...

Le Figlie del Sacro Cuore di Gesù
salutano la Città

 

 

 

Saluto della Madre Provinciale,

Sr Lorenza Morelli,

alla popolazione di Pontecorvo

29 maggio 2014

 

 

 

     Eccellenza reverendissima, Monsignor Gerardo Antonazzo, Rev. ndi Sacerdoti, Suore, Autorità tutte qui presenti, amici e parenti delle nostre suore, abitanti di questo paese: a voi il grazie per essere qui questa sera con noi.
Insieme abbiamo reso lode al Signore per il bene, che con la sua grazia le nostre sorelle hanno potuto realizzare in questi 139 anni di presenza in questa realtà. La S. Messa, che abbiamo appena celebrato, è stata un rendimento di grazie per ciò che il Signore ha operato ed opera nella storia di ognuno di noi e quindi nella storia della realtà che ci troviamo a vivere. E oggi, in particolare, ci troviamo a celebrare le meraviglie che il Signore ha compiuto attraverso la disponibilità di tante F. S. C. che hanno donato il loro tempo, e perché no, la loro vita per l’educazione di tanti giovani a loro affidati.
     Non possiamo non pensare a quel lontano maggio 1875, quando un gruppetto di nostre sorelle, accompagnate da Madre Elena Ottini, diedero inizio all’opera, che si è poi prolungata nel tempo, di accoglienza di fanciulle bisognose di affetto, di istruzione. E questa apertura, leggiamo nelle Memorie dell’Istituto, ” fu per opera di un certo Sig. Giuseppe Pellegrini di Pontecorvo che in esecuzione dell’ultima volontà d’un suo fratello, recentemente trapassato, desiderava aprire nel suo paese natale , un orfanatrofio per le fanciulle povere, ed offriva perciò alle Figlie del S. Cuore, di cui prediligeva l’Istituzione , la stessa sua casa e un bel capitale”.
     Gli inizi non furono facili, ma le difficoltà e l’amore con il quale sono state affrontate sono scritti in cielo e sono stati di stimolo e coraggio a continuare per tanto tempo un servizio importante per il bene della Chiesa quale è la formazione della mente e del cuore dei giovani. Non possiamo non fare memoria, in questo momento ciò che
avvenne il 1° novembre 1943: leggiamo sempre nelle Memorie dell’Istituto che “la cittadina di Pontecorvo fu presa di mira dagli Americani, alle ore 10 del giorno dei Santi: fu colpita in pieno e ridotta ad un mucchio di macerie. Anche la casetta nostra ebbe la stessa sorte, seppellendo nelle sue rovine tutte le religiose di quella comunità” Sono 17 le sorelle morte in quella circostanza che riposano nel cimitero di Pontecorvo visitate spesso, ancora ora, da parenti, amici o persone riconoscenti. Ma lo zelo per l’educazione non ha fermato le F.S.C., convinte che “l’educazione è ministero altissimo”, come scrive la nostra Fondatrice, e appena possibile, ripresero a lavorare dando avvio all’ attuale costruzione che accolse tante bambine/i, ragazze/i, molte delle quali ora già madri padri e anche nonne/i che hanno donato e donano ai loro figli ciò che hanno ricevuto dalla vicinanza calda e premurosa delle nostre suore.
     Ciò che si semina con sofferenza e amore resta e porta frutto. E’ la logica del Vangelo “..se il chicco caduto in terra muore porta frutto…” La vita vera nasce dal dono libero, gratuito ed accogliente ed è quello che per 139 anni le nostre Sorelle hanno vissuto chi nelle retrovie e chi assumendo in prima persona la responsabilità di un compito tanto importante e sfidante come è quello dell’accompagnare la crescita dei ragazzi.
     Alla popolazione tutta di Pontecorvo, alle autorità presenti, il nostro grazie sentito per il bene, l’affetto e la stima che hanno dimostrato verso le nostre Sorelle, e vi chiedo di continuare a voler bene loro accompagnandole con il ricordo e l’affetto, ma soprattutto testimoniando, ed è l’augurio che vi faccio, con il vostro modo di essere e vivere ciò che avete ricevuto in dono dalla vicinanza attenta e cordiale delle vostre suore. Grazie ancora di cuore per tutto.

Una testimonianza……
Pontecorvo 31 maggio 2014

Ricordo ancora la tristezza che entrava nel mio cuore quando dalla strada si vedeva “ la punta del collegio“.
     Quanto tempo sarebbe passato prima di ritornare a casa! Come era dura la prima sera, ogni volta che si rientrava tra queste mura quasi tutte noi piangevamo nel nostro letto. E poi… nei giorni successivi c’era una strana normalità… quella che tutti abbiamo nelle nostre case. Quelle camere, i bagni, il refettorio, il famoso stanzone diventava nostro e quell’immenso edificio ad un tratto diventava casa nostra. Qui ci sentivamo al sicuro. Tante di noi hanno imparato qui a dire grazie, per favore, e scusa…
     Qui abbiamo imparato che si può mangiare insieme patatine e salame, la saporita, il budino con la verdura e perché no, anche la nutella a merenda in cui c’era un solo cucchiaio e troppe bocche per leccarlo. E poi c’erano gli scout, le passeggiate della domenica, le recite di Natale, le feste in cui ognuna aveva il sacchettino delle caramelle con il proprio nome scritto sopra; la televisione il giovedì, gli uffici che cambiavano ogni mese, i gatti da raccogliere col panno di lana, l’infestazione dei pidocchi da superare e poi le 4 ore di studio con il famoso diario sulla cattedra della Sig.ra Maria dove rigorosamente si segnava compito e voto esatto o quasi. Chi può dimenticare il rumore delle tapparelle che alzavano le suore quando venivano a svegliarci. E il suono della campanella!
     Vedo ancora Sr Linda in fondo alle scale con quelle campanelle in mano. Che bei ricordi…. la sosta sulle scale della chiesa, le partite a pallavolo. Sr Maria Antonietta che ci buttava le caramelle dalla sua finestra. I pennini e la calamita per raccoglierli quando cadevano. Il lavoretto a 4 fili di Sr Elisa, il chiacchierino di Sr Ignazia, i ricami e centrini di Sr Teresa, le famose caramelle di Sr Lina, le piante di Sr Maria e i fiori di Sr Palmina. Chi scorderà mai il numero sulla biancheria di Sr Antonietta.
     Qui ho imparato a pulire gli angoli dove Sr Lina metteva il dito e il tavolo di Sr Caterina che se non lo sciacquavi e asciugavi bene restava macchiato. Ho imparato che si potevano incartare i panini con la busta della pasta, ma oltre a queste e tante altre cose ho imparato…. che se le cose le vivi insieme è meglio. Quello che ognuno di noi aveva nel cuore qui era più leggero. Non c’erano differenze, eravamo tutte uguali, avevamo le stesse cose e la stessa famiglia. Non potevamo invidiarci né giudicarci.
     Qui sono nati i ricordi più belli di amicizia e di amore senza secondi fini. Qui abbiamo imparato che anche se non avevamo nulla, avevamo un “amico che ci ama”. Nel mio ricordo rimarrà sempre viva l’immagine di Gesù con le braccia aperte che mi ha accolto la prima volta che sono entrata qui, mentre io e mia sorella avevamo appena imparato a camminare. Quello che io sono, quello che noi siamo lo dobbiamo a questo posto e alle suore che non ci hanno messo al mondo, ma ci hanno insegnato a starci e a viverlo come meglio possiamo. Ci hanno fatto scoprire che anche se siamo soli abbiamo dentro di noi la forza per andare avanti e credere in un futuro migliore.
     Con dispiacere si chiude un capitolo della nostra vita che rimarrà vivo nei nostri ricordi e farà sempre parte di noi e di tutti quei bambini e quei ragazzi che hanno vissuto qui con gioia e anche con dolore e anche se il Collegio si chiude per sempre, sarà comunque stata “casa nostra”.
Daniela Cagnin

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