La vita di Teresa Verzeri in un libro

Le suore, profetesse del welfare

Fresca di stampa la poderosa biografia 



“ La  luce di Dio nell’oscurità.

  Teresa Verzeri: Vita e opere ”

L'autore Goffredo Zanchi:
“tra le donne bergamasche più grandi della storia,
                       fu anche scrittrice”


Articolo di Carmelo Epis tratto da L’eco di Bergamo 26 maggio 2014

Le congregazioni religiose sono al centro di importanti studi storici, che ne confermano l’enorme influsso in campo ecclesiale e sociale. Infatti, hanno garantito la presenza del cattolicesimo negli strati popolari, consentendo alle suore di inserirsi come protagoniste in attività fino ad allora precluse al sesso femminile e di favorire il dialogo in un’epoca di scontro esasperato fra Stato e Chiesa. Ma anche in campo economico: infatti lo sviluppo di intere aree del Nord Italia è stato favorito dalle scuole professionali e di alfabetizzazione avviate dagli istituti religiosi.
     La vasta opera sociale (scuole, ospedali, ospizi, oratori) ha contribuito attivamente al miglioramento della società, ciò che oggi chiamiamo welfare. Anche la Congregazione delle Figlie del Sacro Cuore, fondata da Santa Teresa Eustochio Verzeri, di cui è freschissima di stampa la poderosa biografia «La luce di Dio nell’oscurità. Teresa Verzeri: vita e opere» (Città Nuova editrice, pp. 1.012), scritta da monsignor Goffredo Zanchi, docente di Storia ecclesiastica nel Seminario diocesano e alla Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale, già autore di numerose opere storiche, fra cui la biografia di due Fondatori bergamaschi (Della Madonna e Geltrude Comensoli).

Una donna nata capo
Il volume è stato presentato giovedì sera alla Domus Alexandri na, alla presenza, fra gli altri, dell'autore, della Superiora Generale Madre Luciana Welponer e di mons. Gianni Carzaniga, prevosto di S. Alessandro in Colonna, che per l'occasione ha esposto il registro in cui figura il Battesimo della Verzeri, definita da mons. Zanchi «una delle donne bergamasche più grandi della storia di Bergamo per essere stata non soltanto una grande Fondatrice di un Istituto, ma anche una grande scrittrice per stile letterario e spiritualità. E stata una donna nata capo, una fondatrice che denota grande intelligenza, personalità e capacità, anche quando sperimenta, per vari motivi, sia quell' “assenza di Dio" che ha provato Teresa di Calcutta e negli “anni terribili” in attesa del riconoscimento dell'istituto, sia quell' “aridità di vita" del suo contemporaneo Giacomo Leopardi».
    Teresa Verzeri nasce a Bergamo il 31 luglio 1801 in una famiglia aristocratica. Entra tre volte nel monastero benedettino di Santa Grata in Città Alta per poi uscirne: la prima perché troppo giovane; la seconda per tentare di guidare una scuola per ragazze povere al Gromo, aperta dal canonico Giuseppe Benaglio, esponente del Collegio Apostolico e una delle figure più prestigiose del clero bergamasco dell’epoca; la terza volta, definitiva, per dare inizio, l’8 febbraio1831, alla Congregazione delle Figlie del Sacro Cuore di Gesù insieme al Benaglio. Il progetto è una sintesi fra contemplazione e impegno nel mondo con l'alfabetizzazione delle ragazze povere, uno dei bisogni più avvertiti dell'epoca.
     I promettenti esordi sono però segnati dalla freddezza del Vescovo Carlo Gritti Morlacchi. Forse perché favoriva una linea teologico – pastorale tardo giansenistica che si discostava da quella gesuitico - romana in cui si riconosceva il Collegio Apostolico e la maggioranza del clero bergamasco, il Vescovo dice alla Verzeri di «non esservi bisogno di nuovi ordini religiosi, dato che la Diocesi ne era già sufficientemente provvista». Teresa Verzeri si vede costretta a trasferire la Casa madre a Brescia, continuando il cammino e facendo conoscere la sua pedagogia educativa che si compendia nella dolcezza. Le Costituzioni sono approvate da Gregorio XVI nel 1941 e definitivamente da Pio IX nel 1847. Dopo una vita tanto combattiva, Teresa Verzeri si spegne cinquantenne il 3 marzo 1852 a Brescia. Nel 1854, con la nomina del nuovo vescovo Pierluigi Speranza, la Casa madre torna al Gromo di Bergamo Alta.

Tanto ancora da scrivere
Pur con la mole della biografia, mons. Zanchi ha sottolineato che “tanto c’è ancora da studiare e indagare su questa Fondatrice”, aggiungendo: “Le Religiose hanno fatto molto nelle parrocchie e nella Chiesa locale. Purtroppo ce ne accorgiamo soltanto oggi con il calo dei numeri delle suore”.
Al termine, suor Rosi Capitanio ha presentato la “Rassegna bibliografica ragionata” sull’Istituto.

Carmelo Epis

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