Sabato 17 Maggio 2014, si è svolto a Verona, in Casa Provinciale, il consueto incontro di fine anno pastorale dei Gestori e dei Responsabili didattici, educativo – formativi ed amministrativi che, nello spirito di Santa Teresa Verzeri, lavorano per la crescita dei ragazzi/e nelle nostre Scuole di ogni ordine e grado e in tutte le altre realtà educative: Pensionati, Convitto, Case Famiglia.
L’argomento di grande attualità: “La questione del Gender tra antropologia, ideologia e sfide educative“, è stato affrontato e sviluppato dal Don Giampaolo Dianin, Rettore del Seminario di Padova e Docente di Teologia Morale.
L’astrazione teorica e ideologica della questione “gender” esige che venga distinta nettamente l’identità sessuale (cioè la consapevolezza di appartenere al sesso maschile o femminile, biologicamente intesa) dall’identità del “Genere“. Questo significa che, sul piano pratico, essere maschio o femmina può essere totalmente slegato dal diventare uomo o donna.
In questa prospettiva, l’esercizio del diritto di autodeterminazione implica che ogni persona possa scegliere a quale genere appartenere e quale tipo di comportamento sessuale praticare. Si viene così ad assistere, in un mondo globalizzato, al sorgere di particolarismi, che segneranno e già segnano il modo di vivere, di decidere della propria identità e di relazionarsi col mondo e tra gli individui.
Tutto ciò in una prospettiva di esasperazione della libertà individuale e del soggettivismo, per cui non c’è posto per l’etica, in quanto il soggetto, superando il confine del patrimonio dei valori condivisi, è protagonista della moralità.
Il “Gender“ è il rifiuto dell’identità, una sorta di indifferenziazione; ma la vera uguaglianza tra le persone non è livellamento, è dialogo senza eliminazione delle differenze che, anzi, sono ricchezza, l’unica ,perché l’essere e l’esserci è dono, la vita ci precede, ha le sue leggi e diventa piena solo se è coerente con la sua essenza.
La Chiesa, prendendo a cuore il problema, ha riproposto con forza la visione cristiana, recuperando il testo biblico come radice di senso della vita.
La relazione di Don Giampaolo è stata accolta e valorizzata all’unisono; non è mancata da parte sua un’ulteriore opportunità di approfondimento e delucidazione nel raccogliere le domande postegli dagli Educatori. Nelle risposte ha dato importanza ai loro quesiti; ha animato al rispetto delle differenze personali, sottolineando il valore dell’amore come dono di sé nel rapporto educativo, che accetta la fatica di vivere oggi nella complessità e nella necessità di non discriminare alcuno.
La giornata è proseguita con un gustoso momento conviviale e, nel pomeriggio, dopo aver dedicato il lavoro suddiviso in gruppi di interesse alla verifica dell’obiettivo educativo di quest’anno pastorale, è stato lanciato il tema formativo del prossimo anno che, a conclusione della programmazione triennale, ci metterà nell’ottica e nel desiderio di riabitare la terra riscoperta come dono che il Creatore consegna alle creature perché lo amino e lo custodiscano
suor Giovanna Fiori fscj