Nembro -Bergamo-
Il saluto delle Figlie del Sacro Cuore di Gesù alla Comunità di Nembro... dopo circa 20 anni al servizio nella Scuola Materna, dell'oratorio, alla Parrocchia, alla Casa di Riposo, alle famiglie.. La vita, tutta la nostra vita, è scandita dal tempo e dai tempi. Anche nella Bibbia leggiamo che c’è un tempo per ogni cosa. Ogni cosa a suo tempo. OGGI, anche per noi, Figlie del S. Cuore di Gesù, è giunto il tempo di lascare questa accogliente e generosa comunità di Nembro. Insieme, abbiamo trascorso, più o meno, una ventina di anni e, in questo momento, penso che in ciascuno di noi qui presenti, in maniera diversa, nel nostro cuore e nei nostri pensieri, si accavallano sentimenti, avvenimenti, emozioni, eventi… forse tanti, troppi, per essere elencati uno ad uno. In questi anni, noi suore, abbiamo prestato il nostro servizio nella scuola, in Oratorio, alla casa di Riposo, nelle famiglie, in Parrocchia. E senza voler escludere nessuna, vogliamo ricordare in particolare suor Nicoletta Andriani, suor Margherita, suor Teresa, suor Fernanda, suor Maria Pia, suor Guglielmina, suor Elisabetta, suor Angela e tante altre che hanno donato un pezzo della loro vita a servizio di questa bella comunità e con noi e per voi hanno percorso un tratto della loro strada.
Ora, vogliamo semplicemente affidarvi due parole:
GRAZIE e SCUSA.
Innanzitutto grazie al Signore per il dono di esserci, per la grazia della vita e della fede. Grazie a voi, ad ognuno di voi, per quanto ci avete regalato in amicizia, affetto, stima, riconoscenza, fiducia. Grazie per aver avuto l’opportunità di incontrarci ed intessere con voi reazioni significative, sincere, ricche di simpatia e di cordialità. Poi la seconda parole: SCUSA. “Scusa Signore! “un’invocazione di perdono, perdono dato e ricevuto, gesto di umiltà, responsabilità, saggezza e il Signore sa quanto bisogno c’è di dar “circolare” il perdono nelle famiglie, nelle comunità, nel mondo. “Rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori”. Tutto questo non è altro che riconoscerci creature fragili e bisognose degli altri, dell’Altro. Chiediamo perdono se non sempre siamo state testimoni fedeli e gioiose, se non sempre abbiamo saputo interpretare in pienezza le vostre richieste di aiuto, di bisogno, di necessità. Infine vorrei, vorremmo, lasciarvi con quanto papa Francesco ripete alla fine di ogni suo discorso, frase diventata a noi cara e familiare: “Non dimenticatevi di pregare per me”, per noi. E noi lo faremo per voi e vi ricorderemo con gratitudine e riconoscenza. Grazie!