***incontro di studio
per docenti, educatori
personale della scuola ***
"Custodire il Creato, riabitare la terra "
Buon giorno a tutti e grazie per essere qui, insieme, per ascoltarci e per ridirci la passione che ci anima al di là e al di sopra di tutti i problemi che siamo chiamati ad affrontare nel nostro essere educatori oggi.
Mi introduco in questo tema così importante e sfidante “ …e Dio vide che era molto buono…” con un proverbio Talmud:
“L’uomo dovrà render conto
di tutto ciò che i suoi occhi hanno visto
e di cui egli non ha goduto!”
Perché il tema di questo incontro è sfidante? perché ci invita ad aprire gli occhi, non solo quelli della vista, ma soprattutto quelli della mente e del cuore su chi abbiamo vicino e su ciò che ci circonda, tenendo presente che tutto trae origine dal disegno di amore di Dio che vuole le Sue creature, la Sua creazione, come segno, come presenza del Suo amore e credere questo, scriveva papa Benedetto XVI «illumina ogni aspetto dell’esistenza e dà il coraggio di affrontare con fiducia e con speranza l’avventura della vita».
Dio, al vertice della creazione, frutto del Suo amore, pone l’uomo, maschio e femmina, cioè costitutivamente relazione, fatto per la comunione con l’altro e affida alla signoria e quindi, alla libertà dell’uomo, la Sua creazione perché la contempli, l’ascolti, la coltivi, la custodisca e tragga da essa il necessario nutrimento. Infatti nel libro della Genesi (1,29-31) leggiamo: - E Dio disse:"Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme: sarà il vostro cibo. A tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde". E così avvenne. Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona-
Il Concilio Ecumenico Vaticano II nella Gaudium et spes (6) offre alla umanità la risposta biblica e cristiana: "... L’uomo infatti, creato a immagine di Dio, ha ricevuto il mandato di sottomettere a sé la terra con tutte le realtà in essa contenute per governare il mondo nella giustizia e nella santità, e di ricondurre a Dio se stesso e l'intero universo riconoscendo in Lui il Creatore di tutte le cose".
Si legge nella Genesi ( 1,4.10.12.18.21.31). «E Dio vide che […] era cosa buona […] era cosa molto buona» . Questa affermazione è ripetuta per ben sei volte nel primo capitolo della Genesi ed esprime la convinzione fondamentale della grandezza e bellezza della creazione.
La nostra Fondatrice scrive:
“Osservate quante cose sono sulla terra... tutte furono tratte dal nulla dalla mano onnipossente di Dio. Ammirate il suo potere!! E per chi mai le ebbe egli create? Dio non le creò per proprio bisogno poiché egli basta a sé stesso e da tutta l'eternità è beato senza che il mondo vi fosse. Non per gli Angioli, poiché le cose visibili e corporee non han proporzione alla loro natura invisibile e spirituale. Non a beneficio degli animali irragionevoli, poiché dessi non sono capaci di conoscerlo. Perché dunque le ha create? Le ha create per l'uomo. - Creò Iddio il mondo e in esso molte e belle cose: poi creò l'uomo, e tutte quelle cose diede alle disposizioni di lui. Alcune son create per suo sostentamento.. altre per conservarlo in sanità.. altre per sollievo della sua fiacchezza.. altre a sua ricreazione e diletto. Né solo ha Dio create tante cose per l'uomo, ma di più per l'uomo le conserva perpetuamente, e ad ogni momento ne fa all'uomo un dono con inesausta liberalità e amore indefesso. Ammirate la bontà del Signore”.
Scelgo due verbi dallo scritto della mia Fondatrice che possono illuminarci e essere anche di guida per la formazione dei nostri ragazzi. Il primo è:
Osservate: osservare è guardare attentamente, esaminare, esplorare per capire e poi assumere. La Creazione è affascinante per la sua perfezione e se ci soffermiamo ad osservare le molteplici varietà della flora e della fauna, gli oceani, le stelle, i pianeti, la vastità dello spazio non possiamo che rimanere stupefatti. La Terra è uno spettacolo incantevole con le sue alte vette, i laghi ed i fiumi, le valli e le fertili pianure, ma con i ritmi di vita che conduciamo al giorno d’oggi, siamo tutti sempre così presi dalle nostre attività ed impegni, che quando abbiamo del tempo libero, le nostre menti si focalizzano solo sulla ricerca di svago, o delle ore di meritato riposo e ci dimentichiamo di volgere lo sguardo alla perfezione della Creazione di Dio. Osservando la natura impariamo moltissimo. Se per esempio guardiamo l’acqua, cosa notiamo?
- Si abbandona con sicurezza assoluta e può occupare tutti gli spazi vuoti che incontra. Si adatta seguendo le leggi fisiche, purifica, nutre, scorre da ogni parte, è flessibile.
- La sua trasparenza ci serve da esempio per liberarci dalle incertezze, dai timori, dalla doppiezza, e ci aiuta ad esprimere il meglio di noi stessi, per essere quello che siamo chiamati ad essere, pulendo così le nebbie che sporcano la nostra visione e non ci permettono di vedere il meglio che è in noi, attorno a noi e negli altri
E così per ogni realtà creata, anche la più piccola, dal fiore, all’ape, o alla più grande al temporale, all’oceano: tutto il creato, se osservato con gli occhi del cuore e dell’intelligenza ci parla, ci insegna…e quindi è importante non solo osservare la natura, ma saperla ascoltare.
Un´antica tradizione teologica elaborata da Sant´Agostino e sistematizzata da San Bonaventura nel Medioevo dice : la rivelazione divina primaria è la voce della natura, il libro parlante di Dio. Per il fatto che abbiamo perduto la capacità di ascolto, Dio, per misericordia, ci ha dato un ulteriore libro che è la Bibbia, affinché, ascoltando i suoi contenuti potessimo nuovamente udire quello che la natura ci dice.( Boff)
Ammirate
Ammirare le meraviglie del creato: basta contemplare i petali di un fiore per sentirci piccoli di fronte a questa opera d'arte immensa, perfetta e cogliere così la
grandezza e l’onnipotenza di Colui che nella creazione nulla e niente ha lasciato al caso. Noi uomini vogliamo appropriarci della natura, vogliamo dominarla e dominare...ma ciò che togliamo alla natura lei poi se lo riprende...ecco il perché del cambiamento del clima terrestre, degli uragani, tsunami del dissesto geologico....la natura è al di sopra dell'uomo...l'essere umano non può e non deve competere con essa poichè gli è stata data per usarla e trarne vantaggio.
E’ il saper ammirare ciò che ci circonda che diventa contemplazione e ci dà forza per riprendere contatto con la realtà e con noi stessi soprattutto ci aiuta a saper vedere in ogni creatura il riflesso dell'amore di Dio, quella particella di Dio che ci rende simili a Lui, che ci fa essere dono agli altri soprattutto nel rispetto della loro realtà . L’amore alla natura è una pagina di storia della fede perché l’uso delle risorse della natura interpella l'uomo nel suo rapporto con Dio e nel suo rapporto con il prossimo. E un problema fondamentalmente, morale, etico, che mostra il legame tra le leggi fisiche e le leggi umane. E’ una strada che può condurre alla pace. Papa Giovanni Paolo II per la "Giornata della Pace" del 10 gennaio 1990 disse che la pace è minacciata "anche dalla mancanza del dovuto rispetto per la natura, dal disordinato sfruttamento delle risorse e dal progressivo deterioramento della qualità della vita. “ E rivolse a tutti gli uomini la sua esortazione: "Pace con Dio creatore, pace con tutto il creato!".
Custodite
Un animo in pace è un animo gratificato e grato. Solo la gratitudine per ciò che ci è donato ci permette di prenderci cura e di custodire con cuore aperto i doni ricevuti. L’osservare, l’ammirare e quindi capire la grandezza di ciò che ci circonda fa nascere in noi il rispetto e la cura per la creazione. Questo pensiero lo colgo da un invito che Papa Francesco ha rivolto ai fedeli nella S. Messa di inizio del suo Pontificato: “ Vorrei chiedere, per favore, a tutti coloro che occupano ruoli di responsabilità in ambito economico, politico o sociale, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà: siamo ‘custodi’ della creazione, del disegno di Dio iscritto nella natura, custodi dell’altro, dell’ambiente; non lasciamo che segni di distruzione e di morte accompagnino il cammino di questo nostro mondo! Ma per ‘custodire’ dobbiamo anche avere cura di noi stessi! Ricordiamo che l’odio, l’invidia, la superbia sporcano la vita! Custodire vuol dire allora vigilare sui nostri sentimenti, sul nostro cuore, perché è da lì che escono le intenzioni buone e cattive: quelle che costruiscono e quelle che distruggono!
Aiutiamoci allora a ricordare che non siamo padroni né di noi stessi, né di chi incontriamo e né del creato, ma solo custodi perché tutto ci è stato dato in dono. Ricordiamoci: ogni volta che sfruttiamo, distruggiamo questi doni, distruggiamo il segno dell’amore di Dio nel mondo. Impariamo a custodire il creato come lo custodisce Dio, a guardare il Creato come lo guarda Dio e ad amarlo per il bene e il bello che ci dona.
Leggiamo nello scritto della mia Fondatrice che Dio non solo ha creato la natura per l’uomo, ma ne fa dono all’uomo con inesausta liberalità e amore indefesso. E allora noi che possiamo capire il dono di Dio per l’umanità intera e per ognuno di noi innalziamo, facendo sgorgare dal cuore l’inno di lode, con le parole del salmo 8:
v O, Signore nostro Dio,
quanto è grande il tuo nome su tutta la terra:
sopra i cieli si innalza la tua magnificenza.
v Con la bocca dei bimbi e dei lattanti
affermi la tua potenza contro i tuoi avversari,
per ridurre al silenzio nemici e ribelli.
v Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissate,
che cosa è l’uomo perché te ne ricordi
e il figlio dell’uomo perché te ne curi?
v Eppure l’hai fatto poco meno degli angeli,
di gloria e di onore lo hai coronato:
gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi;
tutti i greggi e gli armenti,
v tutte le bestie della campagna;
gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
che percorrono le vie del mare.
v O Signore, nostro Dio,
quanto è grande il tuo nome su tutta la terra.
Grazie per avere insieme lodato il Creatore e buona collaborazione per il lavoro che ci attende.