"BUONGIORNO, ECCELLENZA"
“Buongiorno Eccellenza,
Ci aiuti a capire l’importanza che può avere oggi per noi la fede…
Ci aiuti a capire come la Chiesa possa essere ancora per noi un punto di riferimento…
Come la Chiesa possa aiutarci a leggere i valori cristiani nel contesto politico….”
Sono queste alcune delle domande alle quali il nostro Vescovo, Monsignor Giuseppe Zenti, ha risposto, in una sala pianoforte gremita di studenti insolitamente attenti e silenziosi.
Partendo dal “senso di meraviglia” che ci prende di fronte alla complessità dell’universo e al capolavoro costituito dalla vita, il Vescovo Giuseppe (così ci ha simpaticamente invitati a chiamarlo) ha sottolineato che l’avere fede è, innanzi tutto, atto costitutivo del nostro esistere e del nostro rapportarci con gli altri.
Senza la fiducia, infatti, le relazioni della nostra vita non avrebbero senso, sarebbero fallimentari.
La fede in Dio costituisce quindi un “di più”, una sorta di valore aggiunto alla nostra umanità.
La Chiesa, comunità di tutti i credenti, molto può fare oggi in termini di vicinanza e di accoglienza (come mostra Papa Francesco, così attento ai poveri del mondo) ma anche la politica, se viene intesa come sforzo autentico, non può costituirsi come una contrapposizione di parti, ma deve operare per il bene di tutti.
Il Cristiano non è tale perché “fa” qualche cosa di diverso dagli altri, ma perché “è” intensamente e l’ateo non è chi non crede, ma chi è egoista. Chi ha fede si contraddistingue per l’amore, anche se si sente fragile e lontano da Dio.
L’intervento del Vescovo si è concluso con un riferimento a Sant’Agostino, grande genio, paragonato a Leonardo!
La dottrina dell’Illuminazione, la memoria, il tempo sono stati i vari, grandi temi del filosofo di Ippona affrontati da Monsignor Zenti con profonda competenza ma soprattutto con genuina passione!
Grazie Vescovo!
FESTA DI FAMIGLIA .. in famiglia
San Felice del Benaco
domenica 16 giugno 2019
CONSEGNA della NUOVA CROCE
Sorelle, se è vero che tutto ci costruisce, oggi, abbiamo l’opportunità di crescere nel senso di appartenenza alla nostra famiglia religiosa.
Ricevere insieme una nuova croce, un gesto di per sé molto semplice, oggi è per noi molto pregnante e significativo.
Per questo, ben sapendo di aver creato qualche difficoltà, abbiamo voluto che questa consegna non avvenisse in sordina.
Con la croce ci verrà consegnata anche la lettera inviata a suo tempo dalla Madre Generale e un bigliettino sul quale troverete scritta una frase della nostra Fondatrice, presa dal libro dei Doveri.
Il benedizionale che abbiamo pregato ha sottolineato l’aspetto primordiale della croce in senso cristiano, cioè quello redentivo.
Noi, Figlie del Sacro Cuore, aggiungiamo due altri significati, quelli espressi dalla frase incisa sopra e che noi conosciamo molto bene: Cor unum et anima Una in Corde Jesu.
Ecco, questa è la cosa importante: prendere maggiormente coscienza che siamo chiamate a vivere il Cor Unum, oggi, tra di noi, nelle nostre comunità, composte da sorelle molto variegate: sorelle che riescono a dare il meglio di sé, in ogni situazione e in ogni età; altre toccate da malanni di vario genere e quindi più o meno frenate nel loro servizio ed altre ancora ripiegate eccessivamente sui loro bisogni od aspettative.
A tutte noi, qualunque sia la nostra situazione, è rivolto il Cor Unum et anima una in Corde Jesu, espressione che possiamo esemplificare così: unità di intenti, cordialità vissuta, sostegno reciproco nel Cuore di Gesù, quel Cuore che ci sforziamo di imitare nei suoi sentimenti.
Questo sorelle sia il nostro più importante progetto, dovunque siamo e qualunque sia il nostro servizio.
suor Ernestina Gatti (superiora provinciale)